Tre soci e un vigneto a Berri: per questo siamo i “Trediberri”
Berri è una piccola borgata nella parte più occidentale di La Morra, a ridosso del fiume Tanaro e dunque all’estremo Ovest della zona del Barolo. Lì, nel 2007, Nicola, suo padre Federico e l’amico Vladimiro acquistano 5 ettari destinati alla produzione esclusiva di Barolo. Nasce la cantina Trediberri, ovvero i “tre di Berri”.
Sul mercato dal 2011, oggi vinifichiamo 8 ettari di vigneti: oltre ai 5 ettari nella menzione Berri, siamo proprietari di circa 2 ettari nelle menzioni Rocche dell’Annunziata e Torriglione – dove produciamo Barolo, Barbera e Sauvignon Blanc – e affittiamo circa un ettaro di Nebbiolo atto a Barolo nella menzione Capalot, anch’esso a La Morra.
Siamo una cantina famigliare, artigiana e giovanissima, senza stemmi con cavalli rampanti e bandiere spiegate. Non abbiamo storia, ma a noi va bene così: parlare del presente, attraverso i nostri vini.

CHI SIAMO
la nostra famiglia allargata
Federico Oberto
Ancora oggi ricorda con occhi lucidi quando ha conosciuto il suo mentore, Renato Ratti, nel 1970. Da allora è stato cantiniere della Ratti fino al 2005, quando è andato in pensione, per poi capire quanto si sarebbe annoiato e allora rimettersi in gioco con la Trediberri. Si lamenta di suo figlio e dei suoi vini quando non sono facili da bere. Ama la Borgogna e il Sauvignon della Loira. E’ lui il pilastro della Trediberri. Porta sempre la camicia – anche nella vigna – ma mai la cravatta.
Vladimiro Rambaldi
Senese di nascita, torinese di adozione, turista a La Morra per la prima volta nel 1996 e da allora non l’ha più abbandonata. Si divide tra il ruolo di manager bancario per professione e quello di vignaiolo per passione. Folgorato dallo Chinin di Jean Pierre Robinot e il Cannonau di Alessandro Dettori, ama e conosce benissimo il mondo del vino naturale. E’ lui che fornisce la bussola finanziaria all’azienda.
Nicola Oberto
Bocconiano sconvinto, ha la fortuna di avere suo padre Federico e Vladimiro a coprire i suoi errori. Ha il rammarico di non aver studiato enologia e per questo cerca di imparare il più possibile da suo padre, anche se nessuno ci crede, neanche suo padre. Ama il pinot di Chambolle e crede fortemente che le Rocche dell’Annunziata siano il “Les Amoureuses” del Barolo. Da quando ha iniziato in Trediberri è ingrassato di 20 chili e ogni mese decide di mettersi a dieta, ma solo fino alla prossima degustazione.
La Filosofia
La nostra idea di vino
Il vino ci piace berlo e per questo il riconoscimento più grande è la bottiglia che finisce in fretta. Ma la nostra idea di bevibilità non coincide con semplicità , quanto con equilibrio. Esistono vini estremamente alcolici e strutturati e al contempo piacevoli o, al contrario, vini a bassa gradazione, ma stucchevoli. La bottiglia che finisce prima è sempre il vino più equilibrato, in cui le varie componenti dialogano tra loro in maniera compiuta. Per questo motivo non abbiamo e non amiamo dogmi e protocolli: vinifichiamo solitamente in cemento, ma amiamo anche il legno o l’acciaio a seconda delle annate e del vitigno; maceriamo per più o meno giorni; affiniamo per più o meno tempo… il tutto per cercare di proporre vini il più bevibili e equilibrati possibile.
Etichette
Autore delle nostre etichette è Pierflavio Gallina. Pierflavio è nato a Santo Stefano Belbo, paese di Cesare Pavese, da cui ha ereditato la passione per la langa e le sue colline.
Trasferitosi in pianta stabile a La Morra, rappresenta uno dei più importanti artisti del panorama piemontese e le sue opere sono entrate a far parte di importanti collezioni pubbliche e private, tra le quali Regione Piemonte, la collezione Robert Mondavi in California, Museo Civico di Recanati, Enoteca Regionale del Barolo.
Dall’amicizia personale e dall’amore per le sue acqueforti sono nate le nostre etichette: la plasticità e il colore dei suoi quadri sono la giusta rappresentazione del nostro stile e del nostro modo di vedere il vino.
www.gallina-atelier.it