La geografia delle Rocche dell’Annunziata

Classificata da Alessandro Masnaghetti come menzione a “5 stelle” e definita “exceptional” da Antonio Galloni, le Rocche dell’Annunziata rappresentano una delle più importanti, rinomate e storiche vigne di elezione del Nebbiolo di La Morra.

Senza nulla togliere ad altri cru del comprensorio dell’Annunziata di La Morra, le Rocche dell’Annunziata – come del resto è testimoniato anche dal numero di vini prodotti e dalle tante aziende di prestigio che hanno vigne al suo interno – è in assoluto il cru più ambito e rinomato. Un cru piuttosto omogeneo nell’esposizione (meno nella quota altimetrica) che da sempre è sinonimo di eleganza, frutto di terreni che tolgono magari qualcosa sul piano della sostanza regalando però molto in termini di complessità olfattiva e strutturale. Un’eleganza comunque più concreta e meno eterea rispetto alle altrettante famose Rocche di Castiglione Falletto, che tendono a risultare anche più espressive nei primi anni di vita.
Alessandro Masnaghetti, I cru di Enogea – La Morra, Roddi e Cherasco

La denominazione “Rocche dell’Annunziata” più originale identificava specificamente tutta la collina esposta a SUD e SUD-OVEST (sulla cui sommità spicca il cosiddetto Ciabot d’Can) e soltanto le vigne esposte a SUD e SUD-EST a ridosso della strada vicinale verso la Borgata Torriglione. Negli ultimi decenni i confini del cru sono stati allargati anche alla parte più rivolta a EST (sul versante sovrastato dall’abitato di La Morra) e si è applicato un criterio di denominazione estensivo che ha definito “Rocche dell’Annunziata” tutte le parcelle fino alla Borgata Boiolo e alla strada provinciale Annunziata-La Morra, con un importante impatto soprattutto sui livelli altimetrici del cru.

L’altitudine della vigna passa – sul lato esposto più a oriente – da 390 metri s.l.m. dalla strada del Boiolo a 290 metri s.l.m. in Borgata Torriglione, mentre sul versante a mezzogiorno la sommità è al Ciabot d’Can a 300 metri s.l.m. e la strada a valle è a 242 metri s.l.m.

Per tradizione contadina molte sotto parcelle godono ancora oggi di denominazioni “private” definite direttamente dai proprietari e mai ufficiali: nella nostra famiglia, si sono sempre utilizzate le denominazioni Canavà, Canavà Bassa e Utin d’Bastian per distinguere i tre appezzamenti posseduti e coltivati a Nebbiolo da Barolo.